Che cos’è l’immagine corporea?
L’immagine corporea non è da confondersi cono lo schema corporeo, termine introdotto per la prima volta da Bonnier (1905).
Lo schema corporeo è una rappresentazione della relazione spaziale tra le parti del corpo (Reed, Farah; 1995). È il modo in cui Tu rappresenti, in modo più o meno cosciente, il tuo corpo nello spazio. Tale rappresentazione coinvolge tutti quegli elementi (come la postura, l’equilibrio e il movimento) che ti permettono di interagire con e all’interno dell’ambiente.
L’immagine corporea è, invece, “l’immagine del nostro corpo che ci formiamo nella mente, e cioè il modo in cui il nostro corpo ci appare” (Schilder, 1935). È una ri-rappresentazione dello schema corporeo che coinvolge una componente affettiva (Come valuto il mio corpo? Come lo sento? Sono soffisdatta o insoddisfatta?) e una cognitiva (Che importanza attribuisco al mio corpo?).
Si tratta, dunque, dell’immagine mentale che hai di Te stessa.
La percezione della tua immagine corporea non è legata all’immagine che si riflette di fronte allo specchio, è qualcosa di più personale connesso alla nostra storia, alle tue memorie e alle ed emozioni.
Porgi lo sguardo su te stessa:
Qual è la tua storia?
Quali emozioni sono impresse nel tuo corpo?
A quali ferite sono associate quelle emozioni?
L’immagine corporea è immutabile?
L’immagine corporea non è immutabile ma è un’immagine vissuta che si evolve nel tempo “integrando costantemente” pensieri, emozioni, esperienze, vissuti!
Ci sono momenti in cui tutte le parti di Te senti che la tengono insieme, altre in cui quelle parti sembrano disgregarsi. Tutto ciò che pensi, vivi e senti si riflette sul tuo corpo. Il corpo ascolta, il corpo contiene.
L’immagine corporea “è sentita come un necessario contenitore, ma anche come un limite, qualcosa di rigido che cerchiamo sempre di valicare… togliamo od aggiungiamo parti, lo ricostruiamo, annulliamo dettagli, ne creiamo di nuovi: facciamo tutto ciò con il nostro corpo. Ne facciamo esperienza”. (Schilder, p. 249 – pag 39, cit. in Favaretti Camposampiero F., Di Benedetto P., Cauzer M., 1998).
Il tuo corpo, quindi, è un contenitore e come tale ha dei confini.
Per l’economia psichica, il confine è il concetto fondamentale che delimita il bordo della nostra identità, separando “ciò che è dentro” da “ciò che è fuori”.
Immagina il tuo corpo come una casa.
Visualizza le stanze di queste casa, ci sono stanze che raccontano la parte di Te più intima, stanze che raccontano le tue ombre , altre ancora che rispecchiano la vera Te.
Ci sono tante stanze quante sono le parti di Te che ti appartengono.
Se tu fossi una casa, potresti domandarti:
Cosa sono disposta a far entrare in questa casa? Ma sopratutto, a chi farei oltrepassare questi confini?
Cosa e chi sono disposta a far uscire da questa case?
Cosa voglio condividere con l’altro!
Quali confini desidero o è necessario rafforzare?
Quali confini desidero o è necessario allentare?
Stabilire dei confini ti permette di capire chi e cosa ha un’influenza sulla tua persona e quindi anche sul tuo corpo. Ti permette di indagare nel profondo cosa c’è dentro la tua “casa” che ha bisogno di uscire fuori e, viceversa, cosa c’è fuori che vorrei portare dentro la tua “casa”.
Nel definire i confini ti prendi cura del (tuo) contenitore, estremamente fragile; pronto a infrangersi in mille pezzi come uno specchio.
Ritrovare, ristabilire, i confini altro non è che costruire e proteggere la propria identità.
La psicologia espressiva e corporea a sostegno dell’immagine corporea.
La psicologia corporea pone l’attenzione sull’ascolto del proprio corpo.
Sentire il corpo non è una cosa scontata…
Sentire cosa c’è dentro, scoprire che ciò che è dentro è diverso dalla realtà esterna.
Accogliere i messaggi che porta (porti) dentro.
Il corpo parla a te stessa ma spesso le sue parole rimangono inascoltate e, così, nel sintomo, il corpo urla e ti chiede di ascoltarlo.
Come ti senti in relazione al tuo corpo?
Cosa si riflette nello specchio del tuo mondo interno.
Porre uno sguardo intimo e profondo sul tuo corpo, non può che renderti consapevole della tua autenticità e fornirti una lettura nuova della tua storia di vita. Una nuova narrazione della tua Essenza.
Il corpo è l’oggetto di proiezione del tuo mondo interiore; è lo specchio della tua identità.
Hai mai pensato di affidarti alle tue risorse espressive per ricominciare a dialogare con il tuo corpo?
Durante un lavoro di tipo espressivo, il tuo punto di vista rispetto a quel corpo che ti appartiene da grafico diventa simbolico, da simbolico diventa narrativo e, grazie al rimando del professionista della salute mentale, diventa psicologico (introspettivo).
In questo mio articolo, puoi approfondire il tema dell’autoritratto fotografico come terapia per il corpo.
Nella sezione delle risorse gratuite, potrai scaricare gratuitamente la guida contenente alcune idee per realizzare un autoritratto dal valore terapeutico.
Un lavoro di tipo psicologico ed espressivo è, dunque, un percorso lento e profondo durante il quale lascerai una traccia di Te e delle emozioni piacevoli o spiacevoli che emergeranno dalla memoria.
Il lavoro di tipo espressivo si pone alcuni obiettivi:
- Ascoltare SENZA preconcetti, giudizi e interpretazioni il vissuto di ciascuna persona
- Sentire il corpo e le emozioni
- Indagare il rapporto tra “dentro di me” e “fuori di me” in modo simbolico, narrativo, immaginativo. (Ciò che è dentro di me e ciò che è fuori sono affini).
- Creare nuove connessioni autentiche tra interno ed esterno
(In che modo ciò che è fuori entra dentro? In che modo ciò che è dentro esce fuori?) - Creare nuove connessioni emotive, cognitive, percettive e comportamentali
- Creare una relazione di scambio tra dentro e fuori
- Comprendere quali storie raccontano i confini del tuo corpo sul foglio e/o sulla foto
- Riflettere su tracce, disegni, colori, parole, immagini connesse ai nostri vissuti
- Attraversare faticosamente ma con coraggio le luci e ombre che risiedono in Te
- Rafforzare e valorizzare la tua immagine autentica
Mettere in atto questo processo è fondamentale per evolvere e attivare una trasformazione interiore.
La psicologia a mediazione espressiva-corporea guida l’indagine, facilitando il dialogo con il tuo corpo e la creazione di nuove connessioni.
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